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Il corallo rosso e il gelsomino
Saggio breve sulla scienza, l'università e l'aristocrazia nell'Ottocento catanese dei Borbone
Mario Alberghina
cm 16x23, ISBN 978-88-7751-140-9,
pagg. 132,17
ill. - Cod: 19997
Il titolo di questo libro si ispira a due simboli della sicilianità; il colore del corallo trapanese, il profumo di un fiore arabo; in fondo una sineddoche isolana.
Il periodo storico che il libro stesso racchiude, gli anni dal 1822 al 1866, rappresenta un percorso di lenta decadenza sia per l’Università sia per la società catanese. Dell’una si verificò il tramonto per il declassamento ad istituzione di seconda classe, dell’altra si manifestò l’insicurezza politica e la perdita di riferimenti religiosi a causa della soppressione degli Ordini e dell’abbandono del monastero dei Benedettini.
L’impianto storico che appare nelle pagine è fedele alle cronache del tempo e alle pubblicazioni illustrative e storiche, spesso in contraddizione tra loro, su quel cinquantennio dell’Ottocento: l’ultimo quarantennio del periodo borbonico ed il primo decennio post-unitario.
La storia raccontata vuole offrire uno spaccato della vita dell’epoca, una petite histoire al contorno della Grande Storia, un racconto con un po’ d’anima inteso a trapassare la cronaca.
La dichiarata intenzione del libro è di parlare di scienza ottocentesca. Poiché nel secondo cinquantennio mancano, in ambito isolano, figure scientifiche carismatiche o di assoluto rilievo che avrebbero potuto prestarsi ad un ricco racconto, ad una succulenta rivisitazione o all’apologetica del loro pensiero, l’interesse è dovuto scivolare verso il primo Ottocento, alla ricerca di Enciclopedisti o di prodigiose intelligenze; un rappresentante di queste ultime è don Ignazio Landolina, protagonista del racconto. L’Autore, quindi, dipana, con sapienti scorci e riprese, la storia ottocentesca di Catania – dei suoi luoghi e dei suoi scienziati, visti con gli occhi di un matematico come Ignazio Lanolina, che spese prima e dopo l’Unità parte del proprio ingegno nel progettare e realizzare opere di pubblica utilità (strade, nessi stradali, ecc.).
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