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Filippo Cordova
il giurista, il patriota del Risorgimento, lo statista nell’Italia unita
Francesco Paolo Giordano

16X23, ISBN 978-88-7751-362-5, pagg. 197,ill. ill. - Cod: 201303

€ 24,00 / (L.46.470)


Filippo Cordova, protagonista della Rivoluzione del 1848 in Sicilia, quindi esule in Francia e a Torino, patriota del Risorgimento, e statista nell’Italia unita, strettamente legato alla corona, a Cavour e ai piemontesi, è stato un liberale illuminato, intellettuale umanista, e politico pragmatico, ha attraversato tutte le fasi dei cambiamenti epocali del XIX secolo. Ha vissuto molteplici e significative esperienze: avvocato, magistrato amministrativo, consigliere di stato e magistrato requirente contabile, amministratore, deputato e ministro. Il saggio coglie il filo conduttore della biografia di Cordova e l’essenza della sua vita nell’essere stato un giurista colto e raffinato, esperto economista in materia di politica finanziaria e di organizzazione amministrativa, formatosi alla scuola della legislazione antifeudale, da lui stesso inaugurata, aperto all’innovazione nei settori più disparati, dall’agricoltura alla mineralogia, dalla geologia all’istruzione pubblica, ma sempre fermo e coerente nel perseguire e coltivare i postulati di quel liberalismo moderato che è stato uno dei capisaldi della storia del nostro Paese. Come dalla natìa Aidone, un paese oggi in crisi, ma un tempo ad economia fiorente per le miniere di zolfo e l’agricoltura prevalentemente cerealicola, granaio della Sicilia greca e romana, Cordova abbia potuto risalire i vertici dello Stato, ed essere tra i protagonisti del suo tempo, è spiegato attraverso la ricostruzione della sua formazione culturale in ambito familiare, dell’esercizio dell’avvocatura oltreché delle varie responsabilità amministrative, giudiziarie e parlamentari via via assunte, mettendo a frutto un talento naturale di eccezione. Il saggio illustra la figura di Cordova, il suo pensiero e l’azione politica attraverso lo studio e l’interconnessione delle più importanti lettere familiari, degli atti parlamentari, oltreché delle testimonianze contemporanee e si sofferma su episodi salienti, fra cui spiccano le polemiche per la costruzione dei Canali Cavour, e i lavori della Commissione sul corso forzoso, importanti anticipazioni del moderno dibattito intorno al capitalismo finanziario globalizzato, ma anche snodi dell’incipiente affarismo postunitario. Il risultato finale rende più nitida di quanto finora non sia stata tracciata la sua figura, a torto posta in ombra sia perché veniva a turbare l’idea di un Risorgimento monumentale ed eroico sia perché in qualche modo sopraffatta, nella storiografia prevalente, per rimanere in Sicilia, da icone come Crispi e La Farina. L’autore porta alla luce un documento inedito, l’atto di affrancazione dell’enfiteusi del fondo Cozzo Lupo, termine di una vicenda, pure ricostruita, strumentalizzata a fini politici per screditare Filippo Cordova, accusato di conflitto di interessi in seno al movimento rivoluzionario quarantottesco.

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