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Delitto di via Maqueda
Giacomo Tamburino
14x21,4 ISBN 978-88-7751-378-6,
pagg. 156,
ill. - Cod: 201411
Il 3 settembre 1913 il barone Erminio Villosa viene trovato assassinato nella propria abitazione di via Maqueda a Palermo. Si tratta di un incallito dongiovanni che, una dozzina di anni prima, si era sposato già quarantenne con Flaminia, giovane figlia del commendatore Bordi, di recente trasferito da Roma a Palermo per dirigere la sede della Banca d’Italia.
Passato il primo entusiasmo, il barone riprende le sue abitudini riavvicinandosi all’ultima amante e non disdegnando nel contempo di interessarsi a quante gli capitino sott’occhio.
La giovane moglie, stanca dei continui tradimenti e dei modi rozzi con cui viene trattata, si avvicina ad un ammiratore che in gioventù l’aveva corteggiata.
Un’altra protagonista del racconto è Rosalia, una giovane popolana dotata di buon senso e di una non comune intelligenza. Caduta nelle grinfie di un imbroglione riesce abilmente a sfuggirgli e assunta casualmente come cameriera in casa Bordi si rivela di grande aiuto all’unico fratello di Flaminia, cui finisce per legarsi sentimentalmente.
L’assassinio del barone Villosa mette in seria difficoltà gli organi inquirenti che grazie alla deposizione spontanea del commendatore Bordi, suocero della vittima, trovano una soluzione che, confermata dall’accusato, è in grado di accontentare tutti, compresi i giudici che si sentono sollevati dalle difficoltà derivanti dalla posizione sociale della vittima, genero di un alto funzionario dello Stato.
La sera in cui è letta la sentenza, nell’intimità di tre letti matrimoniali viene svelata la verità sul delitto di via Maqueda.
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