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Dalla fantasia di Nonno Enzo
Le fairy tales ... ancora oggi
Vincenzo Buscemi, Marinella Coco, Valentina Perciavalle, Elisabetta Sagone
21,4x14, ISBN 978-88-7751-435-6,
pagg. 54,
ill. - Cod: 201714
La pubblicazione, costituita da una raccolta di brevi racconti, destinata
ai bambini
più piccoli, nasce da un duplice desiderio: da un lato, affidare alle mani
degli
Adulti Significativi che svolgono la fondamentale funzione di caregiver uno
strumento narrativo il cui valore pedagogico è riconosciuto già a partire
dalla
scuola dell’infanzia; dall’altro, lasciare traccia di una diffusa pratica
legata al
tradizionale “racconto prima di andare a dormire” e, in particolare, di un
riconoscimento all’autore di queste brevi storie, il nonno Enzo che,
passando
dalla creazione della “Lumachina Salvina”, del “Nico Nero”, della “Zanzara
Balbuziente, a quella del “Chiodo Storto”, per finire poi con il
“Millepiedi Tip-
Tap”, ha catturato oggi l’attenzione di Vincenzino e di Rita, domani quella
di tanti
altri bambini che si accostano al mondo incantato delle fairy tales.
Si tratta di brevi storie che contengono uno o più messaggi riconducibili a
tematiche attualmente sotto i riflettori di una pedagogia dell’infanzia
attenta alla
lettura “critica” e approfondita della realtà circostante; parliamo dei
temi della
pro-socialità e dell’altruismo (nel caso della “Lumachina Salvina”), della
diversità e
del pregiudizio (nel caso del “Nico Nero” e del “Chiodo Storto”), della
forza del
gruppo (nel caso delle “Galline Coccodè”), della disabilità e della
resilienza (nel
caso del “Millepiedi Tip-Tap” e della “Zanzara balbuziente). Osservare e
leggere
con gli occhi dei bambini la realtà incantata presente nelle fairy tales
non è
un’operazione così semplice come si può immaginare, poiché quello del
bambino
è e sarà sempre un “punto di vista” differente da quello dell’adulto.
Affidare ai bambini di oggi questo piccolo patrimonio può consentire di
sperare
che gli adulti di domani si accostino all’infanzia, retrospettivamente,
pesando
limiti e possibilità, e che riescano a diventare capaci di fare un uso
“intelligente”
della narrazione valorizzandone la funzione educativa.
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