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Il senatore Vincenzo Cordova e il suo tempo
Aidone e la Sicilia nell’Ottocento
Francesco Paolo Giordano
16x23, ISBN 978-88-7751-474-5,
pagg. 336,
ill. - Cod: 202102
Questo saggio è il terzo dopo i primi due su Filippo Cordova e focalizza
l’attenzione sulla figura e l’opera di Vincenzo Cordova. Un uomo, un
politico che interviene sui provvedimenti finanziari, sulla sicurezza e
l’ordine pubblico, sulla tassa sul macinato. Interloquisce sulla politica
estera, sulle collusioni del potere costituito con la criminalità
organizzata, sui rapporti Stato-Chiesa. La questione agraria è al centro
dei suoi interessi. L’amore per la storia contrassegna un’altra
caratteristica del suo ingegno. Frequentatore instancabile delle
biblioteche, è autonomista nella tradizione familiare. Una figura
poliedrica. Garibaldino della prima ora nell’azione. Moderatamente
progressista nel pensiero. Alcuni suoi temi risultano datati e ugualmente
significativi perché denotano il personaggio e contribuiscono a illuminarne
la sua dimensione.
La sua Aidone si interseca con la Sicilia e la Nuova Italia oltreché con
l’Europa. Invoca la riforma agraria per avere l’ammodernamento delle
strutture economiche e il miglioramento delle condizioni di vita dei
contadini, senza esser latifondista né socialista radicale.
È stato un uomo del passato o un esponente dei tempi nuovi e un fautore del
rinnovamento delle classi sociali, dell’economia e della politica? Aveva
ventinove anni quando partecipò alla rivoluzione del 1848 e sarà un
continuatore dell’opera dello zio Filippo. Solitario e non isolato,
coerente politico, conduce le battaglie da solo. Nemico delle logiche degli
apparati. Letterato, acuto giurista e storico certosino. Il senatore
Vincenzo Cordova può parlare al presente attraverso i suoi scritti
lasciando affiorare il contesto storico in cui è vissuto, i valori, le idee
per cui si è battuto, in qualche misura ancor oggi validi.
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