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La legalità ai tempi della pandemia
Giovanni D'Angelo
16x23, ISBN 978-88-7751-480-6,
pagg. 256,
ill. - Cod: 202111
Nell’estate italiana del 2019 i sussulti veementi del sovranpopulismo,
imploso per effetto del suo stesso impeto, preludono all’irruzione, agli
inizi del 2020, della pandemia, che sconvolge un Paese che, incredulo e
sbandato, trova nel lockdown nazionale un antidoto alla paura, un ausilio
all’istinto alla sopravvivenza, un mezzo di coesione e solidarietà espresse
col forte consenso al premier Conte.
Le dimensioni globali della pandemia ne rivelano presto la gravità epocale
e fanno da pendant a quelle, non meno gravi anche se meno percepite, della
questione ambientale, gridata dalla richiesta della “giustizia ecologica”
del movimento mondiale spronato dalla vibrante protesta di Greta Thunberg.
Nel vivo di questa duplice emergenza, alla fine del 2020 negli Usa, in
occasione delle elezioni presidenziali, la deflagrazione estrema del
populismo trumpiano da cui germina l’assalto al Congresso e lo spettro
della fine della democrazia poi scongiurata con l’investitura di Biden.
E in Italia, all’inizio del 2021, un’altra investitura, quella del governo
Draghi, chiamato a salvare il Paese da una crisi sanitaria e economica
senza precedenti nella storia repubblicana utilizzando, con l’adozione di
un complesso Piano di rilancio e resilienza, i fondi stanziati dall’Unione
europea in soccorso delle nazioni di un Continente in grave difficoltà.
“Il fil rouge della legalità”, bloc-notes aggiornato ogni settimana su “La
Sicilia”, registra, puntuale come un diario di bordo, eventi e personaggi
di questi scenari, frammenti disomogenei di un mutamento radicale del mondo
che, nell’incertezza dell’attuale congerie, riconducono, nel contesto
nazionale e nello scacchiere dell’intero Occidente, alla crisi della
democrazia e dello Stato di diritto.
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