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CHIAFURA
Un quartiere rupestre in Sicilia tra Medioevo ed Età Contemporanea
AA. VV.
Paolo Militello
cm 21x29,7; ISBN 978-88-7751-499-8,
pagg. 160,130
ill. - Cod: 202304
Chiafùra è il toponimo di un quartiere con un centinaio di abitazioni in
grotta ai margini della città di Scicli, nella Sicilia sud-orientale. Prima
necropoli, poi dal Medioevo «città rupestre», il sito è stato abitato fino
alla seconda metà del Novecento, quando gli ultimi «aggrottati» vennero
trasferiti in nuove case popolari. Al successo di quest’ultima iniziativa
contribuirono anche le denunce di alcuni artisti e intellettuali (tra cui
Renato Guttuso, Carlo Levi e Pier Paolo Pasolini) che
nel 1959, dopo una visita ai «cavernicoli», diedero al «caso Chiafura»
un’eco nazionale.
Da qualche decennio Chiafura è stata definitivamente abbandonata, ed oggi è
una ghost town. Già dalla fine degli anni ’70, però, ci sono stati numerosi
appelli e interventi per il recupero di questo patrimonio storico-
antropologico e architettonico. Al 2003 data, invece, il finanziamento di
un progetto (in parte avviato) per la realizzazione di un parco-museo.
Nella prima parte di questo volume vengono ricostruite le vicende storiche
di Chiafura e dei suoi abitanti (Paolo Militello). Nella seconda parte,
oltre ad un inedito dossier fotografico della metà degli anni ’50 del
Novecento custodito a Palermo presso la Biblioteca Centrale della Regione
Siciliana (Archivio “L’Ora”), vengono riproposte le principali
testimonianze delle visite del 1959 agli «aggrottati»: la cronaca (Gaetano
Giavatto), alcuni degli articoli di denuncia (Ermanno Rea, Giancarlo
Pajetta, Maria Antonietta Macciocchi, Pier Paolo Pasolini), i dipinti
(Renato Guttuso, Carlo Levi), le foto (Rea, Egidio Vaccaro) e il resoconto
del dibattito che si tenne fra gli intellettuali e la cittadinanza.
Vengono ripubblicati anche i principali rilievi topografici delle grotte:
quelli effettuati a metà degli anni ’80 dal gruppo di tecnici coordinato da
Francesco Magro, Francesco Paolino e Bartolomeo Schembri; quello di tutte
le abitazioni in grotta del colle di San Matteo realizzato da Guglielmo
Carcarello; e l’ultimo, di inizio Duemila, fatto da Ignazio Lutri,
Lucianello Mormina, Giuseppe Ereddia e Giovanni Carnemolla.
Del progetto museale del 2003, coordinato da Ignazio Lutri (per la parte
architettonica e paesaggistica) e da Alessandro Lutri (per la parte
documentaria), si ripropone un opuscolo con contributi e disegni dei
curatori e con scritti di Pietro Militello, Paolo Militello, Giuseppe
Pitrolo, Federica Maria Chiara Santagati, Salvatore Vinciguerra. Si
conclude, infine, con un articolo di Saverio Scerra sugli interventi messi
in atto dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Ragusa
negli ultimi vent’anni per il recupero e la valorizzazione del sito.
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